Dal 23 al 27 ottobre 2019, PiazzaParola ha messo al centro del festival una figura che, per la sua originalità e la sua straordinaria attualità, è divenuta un’icona della modernità: Frankenstein.
Scritto nel 1816 da una Mary Shelley appena diciannovenne, il romanzo Frankenstein ovvero il Moderno Prometeo ha conosciuto negli anni un’impressionante numero di riscritture e trasposizioni offrendo ancora oggi molteplici e intriganti spunti di riflessione.
Durante il festival, si è andati alla riscoperta del romanzo gotico e del ruolo delle scrittrici nello sviluppo di questo genere letterario, di cui Mary Shelley fu antesignana. Si è paralto di bellezza – e dei suoi opposti: l’orrido e il difforme e ci si è interrogati sul mostruoso insito nell’umano oltre che di robotica e intelligenza artificiale. Il personaggio creato da Mary Shelley è infatti una sorta di robot, il primo della storia.
Si è cercato di capire quali timori suscita, oggi come allora, lo strapotere della scienza.
Inoltre, si è ripercorsa l’emblematica biografia dell’autrice di questo straordinario libro. All'epoca della sua uscita, che uan tale terrifcante vicenda fosse stata scritta da una (giovanissima) donna rese il romanzo ancora più scandaloso.
Si sono seguite le tracce di Mary Shelley e dei suoi compagni, i grandi poeti romantici Percy Shelley e Lord Byron, nel loro viaggio attraverso l’Europa, riscoprendo il mito letterario del Grand Tour, tutto questo insieme a esponenti di spicco del mondo letterario, culturale e scientifico. Scrittrici e scrittori, saggisti, giornalisti e scienziati, i quali hanno esplorato vari aspetti di questa magnifica opera, straordinariamente ricca di significati. Scoprirne le tante e sorprendenti implicazioni equivale oggi come allora a ritrovarsi in una sorta di Wunderkammer letteraria.